Malattie Cardiovascolari e Covid19: aumento del colesterolo e sindrome metabolica in pandemia
Malattie Cardiovascolari e Covid19: fattori che incidono sull’aumento
Nei paesi occidentali le malattie cardiovascolari restano (insieme alle neoplasie) ai primi posti non solo come causa di mortalità, morbilità e per valore di spesa economica da parte del sistema sanitario.
Tra i fattori di rischio modificabili, legati all’incidenza delle malattie cardiovascolari (come arterosclerosi e relative conseguenze), l’ipercolesterolemia riveste un ruolo primario e la riduzione del colesterolo LDL rimane uno degli obiettivi primari della prevenzione .
C’è anche da considerare la cosiddetta “sindrome metabolica“, che non indica una una singola patologia, ma ad un insieme di fattori predisponenti.
Infatti per poter parlare di sindrome metabolica devono essere presenti almeno tre dei seguenti fattori di rischio:
- Pressione arteriosa superiore a 140/90.
- Trigliceridi ematici superiori a 150mg .
- Glicemia a digiuno superiore a 110mg/dl( 100 mg /dl secondo l’ADA).
- Colesterolo HDL inferiore a 40 mg / dl nell’uomo e 50mg/dl nelle femmine
- Circonferenza addominale superiore a 102 cm per i maschi o a 88 cm per le femmine.
La sindrome metabolica interessa quasi la metà degli adulti al di sopra dei 50-60 anni e fa raddoppiare il rischio di sviluppare malattie cardiache; e addirittura quintuplicare il rischio di diabete.
È ormai ampiamente documentato che lo stress e la conseguente disregolazione neuro-ormonale è una delle principali cause della sindrome metabolica e aumento del colesterolo LDL , insieme al sovrappeso (44% delle persone lamenta, in questo periodo, un aumento ponderale) e alla sedentarita‘.
È stato riscontrato che tutti questi fattori negativi sono cresciuti in modo esponenziali nella popolazione nell’ultimo anno per le conseguenti restrizioni dovute al Covid19 e ai periodi di lockdown che la pandemia ha imposto.
È noto che situazioni stressanti, oltre a fattori genetici e familiari, possono alterare la sincronizzazione interormonale e la ciclicità circadiana del reticolo ipotalamo-ipofisi-pineale e i segnali neurali e chimici che vengono inviati alle ghiandole periferiche (tiroide, surrenali, ovaie e testicoli) con conseguente predisposizione allo sviluppo della sindrome.
Durante la pandemia da Covid19, lo stress si traduce anche in aumento del fumo , alcool, ritmi alterati dei pasti e del sonno, alimentazione ricca di farinacei e grassi saturi tutti fattori che concorrono ad alterare il sistema neuro-ormonale favorendo l’insorgenza della sindrome metabolica.
Nei paesi europei, durante il periodo di Covid19, la sedentarietà e l’inattività fisica sono il secondo fattore di rischio dopo fumo e alcool.
Secondo stime dell’OMS, l’inattività fisica causa annualmente nel mondo quasi due milioni di morti. Inoltre si stima che globalmente, essa sia causa da sola del 22% dei casi di cardiopatia ischemica ed è facilmente immaginabile come le restrizioni legate alla pandemia ,possano incidere negativamente su queste percentuali.
Concludendo, possiamo affermare che, soprattutto durante il periodo che stiamo vivendo, l’obiettivo primario di una corretta prevenzione cardiovascolare è sicuramente quella di interrompere il circolo vizioso stress-sedentarietà–sovrappeso.
Bibliografia:
”The task force for the management of dyslipidemias of the European Society of cardiology ”
”World healthOrganisation.The world health report 2012: reducing risk, promoting healthy life”