Fascite plantare e la figura dell’MCB
Fascite plantare e MCB: trattamento e prevenzione
La fascite plantare è una sindrome dolorosa del piede che colpisce più frequentemente adulti attivi tra i 30 e i 50 anni. È la più frequente causa del dolore calcaneare in sede ambulatoriale.
Sebbene il termine “fascite” faccia pensare ad un’infiammazione, essa è un disordine caratterizzato da alterazioni degenerative dell’aponeurosi plantare; sarebbe quindi più corretto definirla come fasciosi plantare. La fascite plantare si presenta bilateralmente in 1/3 dei pazienti e nel 50% dei casi è associata alla presenza di uno sperone calcaneare.
La causa della fascite plantare è ancora poco conosciuta, ma si pensa abbia un’eziologia multifattoriale; vi sono quindi diversi fattori che combinati tra loro possono portare all’instaurarsi di questa patologia. In particolare:
- • Età
- • Eccessiva pronazione del piede
- • Obesità
- • Piede piatto, cavo
- • Ridotta dorsi-flessione di caviglia
Trattamenti dell’MCB nella fascite plantare:
La fascite plantare difficilmente ha una risoluzione spontanea e necessita, quindi, di un trattamento terapeutico e riabilitativo precoce. La precocità d’intervento permette, infatti, una prognosi migliore e una risoluzione della patologia in tempi minori; al contrario, trascurare la sintomatologia e ritardare i tempi d’intervento possono portare ad una cronicizzazione della patologia.
In particolare, nel caso in cui la sintomatologia dovesse comparire a causa o durante l’attività sportiva sarà molto importante interromperla immediatamente ed osservare un tempo di riposo e di astensione dall’attività, cominciando il trattamento.
Cosa può fare la figura dell’MCB per risolvere le problematiche antalgiche?
TERAPIA FISICA
Per il trattamento della fascite plantare sono stati proposti molti tipi di terapia fisica[50]. L’utilizzo del ghiaccio, del calore, del massaggio e il rinforzo dei muscoli intrinseci del piede risultano predominanti dai dati aneddotici. In particolare la massoterapia è utile per detendere l’aponeurosi plantare e decontrarre la muscolatura della gamba e della coscia.
STRETCHING E TAPING
Lo stretching si deve fare per l’aponeurosi plantare, il tendine di Achille e la muscolatura del polpaccio, non solamente sull’arto leso ma, sotto forma preventiva, anche su quello sano. L’applicazione del Taping Kinesiologico, in fase riabilitativa e di riposo, con “traiettorie” specifiche, può essere utile nel favorire il rilassamento dell’aponeurosi plantare, nella ripresa dell’attività fisica e nel sostenere la struttura aponeurotica sotto carico.
ORTESI
C’è una vasta gamma di ortesi, dalle prefabbricate a quelle su misura, compresi i rilievi per il tallone, variamente progettati per elevare e ammortizzare il tallone, fornire sostegno all’arco plantare mediale, o entrambe le cose. Esse sono usate per correggere le disfunzioni statiche e dinamiche del piede e trattare la fascite plantare. Non vi sono dati sull’efficacia di questi dispositivi rispetto al placebo o a nessun trattamento e i dati disponibili sulla loro efficacia sono limitati o contraddittori ove confrontati con altro tipo di intervento.
TERAPIA AD ONDE D’URTO
La terapia extracorporea con onde d’urto è stata proposta come un approccio alternativo, grazie ai suoi effetti benefici nello stimolare la guarigione dei tessuti molli e nell’inibire i recettori del dolore. Molti studi hanno indagato sull’effetto delle onde d’urto nel trattamento della fascite plantare, riportando un tasso di successo che varia dal 34% al 88%.[57-74] La maggioranza dei lavori pubblicati ha riportato un effetto positivo e benefico di ESWT (terapia extracorporea con onde d’urto) nei confronti di tale patologia. Le complicanze nell’impiego delle onde d’urto nella fascite plantare sono basse e trascurabili. Tra le possibili complicanze troviamo: locali arrossamenti, ecchimosi, lieve ematoma ed emicrania.