Il dolore, soprattutto quando prolungato nel tempo e cronico, ha impatti devastanti sul benessere psicologico della persona. Spesso, infatti, il dolore fisico è accompagnato da vissuti emotivi spiacevoli come la rabbia e la paura, da stati ansiosi e/o depressivi che si manifestano in disturbi del sonno, alterazione dell’appetito e la tendenza al ritiro sociale. Scopriamo cosa fare per gestire al meglio situazioni in cui si manifesta il dolore.
Il dolore: la risposta inconscia del nostro corpo
In una ricerca condotta dal Dr.Markus Ploner (Technische Universität München) è emerso che quando il dolore percepito è di breve durata, lo stimolo viene elaborato a livello delle aree sensoriali. Quando il dolore tende a prolungarsi nel tempo, anche solo di qualche minuto, sembrerebbe che l’attività cerebrale sottostante a tale processo coinvolga le aree deputate all’elaborazione dell’informazione emotiva.
Altre volte il dolore fisico è la strategia più efficace che il nostro corpo agisce per dar voce a un disagio/dolore emotivo, inconsapevole, che la persona non è in grado, per svariati motivi, di esternare a parole. Il nostro corpo parla, dà voce quando noi non abbiamo le parole; diventa teatro di disagi emotivi non espressi.
In entrambe le dinamiche il dolore fisico rappresenta lo strumento attraverso il quale il corpo, con estrema competenza, comunica che qualcosa non va, che la persona si trova ad affrontare un potenziale pericolo, fisico/organico e/o psichico/emotivo. Il dolore è l’alleato della persona che ne fa esperienza; quando si fa sentire la persona si allerta e si attiva per una presa in carico del problema/disagio che spesso, soprattutto se di natura psicologica, rimane silente e negato.
Il dolore prolungato: la risposta del corpo oltre al sintomo fisico
Di fronte al dolore prolungato e cronico è difficile riconoscere e identificare i nessi di causa ed effetto tra il sintomo fisico e il disagio psicologico. Nell’esperienza dolorosa sono infatti attive diverse componenti oltre a quella biologico-medica:
• Dimensione Affettiva (emozioni spiacevoli legate al dolore)
• Dimensione Cognitiva (memoria e attenzione, significato attribuito al dolore in base alla persona, alla cultura, la religione … )
• Dimensione Comportamentale (espressioni del volto sofferenti, movimenti rallentati, richieste di aiuto …).
L’efficacia dell’approccio multidisciplinare nella gestione del dolore
Come abbiamo visto, il dolore è un’esperienza complessa e dinamica che necessita di una presa in carico globale e completa per una gestione efficace. Un approccio multidisciplinare e un trattamento multimodale prevedono il lavoro integrato di più specialisti come ad esempio osteopata, fisioterapista e psicoterapeuta. Il lavoro in team consente di guardare il sintomo fisico – il dolore – secondo un modello completo bio-psico-sociale; in questo modo il paziente porta il sintomo e anche la sua storia.

A volte è utile e opportuno ricorrere al trattamento farmacologico per il contenimento del sintomo; ma è importante non accontentarsi di ciò, con il conseguente rischio di cronicizzare il disturbo e non agire sulle cause. Il farmaco può essere un potente alleato per il paziente e lo specialista, poiché crea un contesto facilitato per un lavoro approfondito ed efficace volto alla comprensione e al trattamento del dolore; da solo, il farmaco non basta!