Le voci della sua presunta pericolosità per la salute circolavano ormai da tempo, ma ora un po’ di chiarezza arriva dal Ministero della Salute.
L’olio di palma, ingrediente comunemente adoperato nella preparazione di cibi industriali,non sarebbe da considerare rischioso in sè, bensì nella misura in cui la sua eccessiva assunzione si sommi a quella di acidi grassi saturi, provenienti da latticini,carne, uova.
Dando per scontato che l’eccesso di acidi grassi saturi nel sangue sia un fattore di rischio per varie patologie cardiovascolari,il nodo della questione è molto semplice: bilanciare accuratamente la quantità giornaliera di questi elementi, che, secondo le indicazioni di vari organismi sanitari a livello nazionale e internazionale, non dovrebbero superare il 10% del totale delle calorie assunte.
L’Istituto Superiore di Sanità stima un contributo dell’olio di palma sul totale degli acidi grassi saturi incamerati che va dal 9 al 23%. Ciononostante, non si sarebbero trovate prove dirette nella letteratura scientifica che l’olio di palma, come fonte di acidi grassi saturi, abbia un effetto diverso sul rischio cardiovascolare rispetto ad altri altri grassi con composizione simile, quali, ad esempio, il burro. Tutto regolare quindi?
Olio di Palma e Belpaese
Le dichiarazioni del Ministero sembrano volte a smorzare i toni del dibattito sul controverso olio,che nel nostro Paese ha scatenato di recente polemiche e preoccupazioni dei consumatori.
Mentre l’Italia è il secondo maggior importatore in Europa dopo l’Olanda, aumentano entro i confini nazionali i brand alimentari “oil-free”, che rincuorano i consumatori facendo anche leva sul tema sostenibilità ambientale, oltre che sanitaria.[quotes style=”default” align=”center” font-size=”35px” ]L’Italia è il secondo maggior importatore europeo di olio di palma[/quotes]
Tuttavia, il famigerato acido palmitico non sarebbe correlato se non in minima parte all’aumento di colesterolo nel sangue, secondo recenti studi.D’altra parte, l’olio di palma sarebbe anche una fonte non trascurabile dei grandi antiossidanti vitamina A ed E.
In conclusione, attenersi a una dieta bilanciata, mangiare meno cibi confezionati-non si sa mai- e privilegiare alimenti poveri in acidi grassi saturi può essere la strategia ottimaleper tenere il cuore in salute! E per qualsiasi dubbio il nostro dietista Giuliano Ubezio può aiutarti a valutare l’apporto di acidi grassi saturi dato dalla tua dieta e a suggeriti buone pratiche alimentari.