Dieta nel Calisthenics

Dieta nel Calisthenics: uno sport che richiede sempre di più un approccio scientifico

Il Calisthenics è una disciplina di allenamento funzionale, che fonde principi della ginnastica artistica, come esercizi a corpo libero, o l’ausilio di attrezzi (come anelli e parallele simmetriche) e in ultima istanza attrezzi che ‘zavorrano’ il corpo, nel caso in cui si decida di aumentare la propria massa.
Dobbiamo quindi, prima di tutto, mettere il calisthenics in una categoria precisa di sport, perché se è vero che “a ciascuno il suo (sport)”, anche lo sport vuole la sua categoria.

Spettro Sportivo 1

Come sono caratterizzati gli sport?

  • Discipline di pura forza e/o potenza: Sport che richiedono uno sforzo fisico che si esaurisce in pochissimi secondi, o massimo un paio di minuti. Un praticante di calisthenics, infatti, deve poter performare una specifica posizione (per un tempo relativamente breve) che non sempre si tende a fare naturalmente, come una verticale a corpo libero, o una croce agli anelli, e i muscoli devono essere reclutati per far si che non si incorra nello sbagliare l’esercizio, o peggio, in un incidente o infortunio
  • Discipline miste e di endurance, che sono completamente diverse.

Giungiamo quindi ad una conclusione naturale di questa prima parte introduttiva: ogni sport ha uno specifico allenamento, sessioni di allenamento, una pianificazione che varia a seconda dell’individuo (dall’amatore/appassionato che si allenerà nei ritagli di tempo, fino al professionista che ci mette addirittura anni per presentarsi al top della forma fisica all’evento della sua carriera).

La nutrizione sportiva, quindi, deve adattarsi al singolo sport; e a seconda dello sport, anche al singolo atleta, che avrà un suo fabbisogno specifico, e delle richieste di micronutrienti ed eventuali supplementazioni.

Le richieste energetiche nel Calisthenics

Le richieste energetiche sono genericamente più basse per sport di potenza, e crescono per quelli di endurance. Non è un mistero, infatti che un ciclista medio, sui circa 100 km di un percorso, è capace di bruciare anche oltre le 3000 kcal poche ore. Mentre un ginnasta ha una richiesta metabolico-energetica davvero limitata, che si deve esaurire in meno di 1 minuto, per la sua prestazione.

L’atleta di pura potenza ha un fabbisogno proteico pro-chilo per kg di peso corporeo (BW Body Weight) molto più alto di un atleta di endurance. E qui giungiamo ad un grosso grande pilastro della nutrizione sportiva: gli sportivi sono arrivati molto prima dei medici e dei nutrizionisti a capire le possibili richieste energetiche e nutrizionali. Inoltre, la richiesta proteica aumenta se:

  • Se c’è un deficit calorico (comprensivo di grassi e carboidrati)
  • Se l’atleta è ‘magro’, quindi se ha una percentuale di massa grassa al di sotto di quella che fisiologicamente e atleticamente si dovrebbe attendere

Diminuisce solo se l’atleta è una donna, più che altro è che fisiologicamente le donne hanno molta meno massa muscolare degli uomini, pertanto una richiesta proteica più “bassa” è normale.

Le richieste di grassi e carboidrati, invece, non variano significativamente da una tipologia di sport all’altra, anche perché bisogna tenere contro dello sport specifico, del sesso, dell’intensità di allenamento e prestazione sportiva. Ma ci sono alcune cose che non bisogna dimenticare:

  • L’assunzione di carboidrati può essere più alto nel giorno di allenamento, che nel giorno di gara, per via delle riserve di glicogeno muscolare che si devono ricostituire (grazie anche all’insulina, che ordina al nostro corpo di prendere il glucosio circolante nel sangue, e lo va a stoccare nei muscoli e nel fegato)
  • Una mancanza di glicogeno crea sintomi come stanchezza (sotto forma di riduzione del tasso di lavoro), difficoltà nell’esecuzione dell’esercizio e della concentrazione, con conseguente incremento della percezione dello sforzo
  • Garantire le proporzioni di acidi grassi saturi, monoinsaturi e polinsaturi raccomandate dalle linee guida generali

Infatti garantire una buona dose di grassi, anche nella pratica sportiva di forza, è ciò che può garantire anche un buon benessere psicofisico. Spesso sono componenti che un praticante non ricerca, ma che un nutrizionista deve garantire, anche per quelle caratteristiche intrinseche del suo lavoro, per favorire un benessere generale al suo atleta.

Qual’è l’approccio più corretto?

In generale si vedono spesso molti praticanti di discipline di forza, che limitano i loro pasti a riso-pollo-zucchine, oppure zucchine-pollo-riso, o pollo-riso-zucchine, scordandosi che una dieta varia e variata è il segreto che distingue un atleta da un potenziale campione.

Un praticante di calisthenics quindi, non può improvvisare una dieta, ma deve affidarsi a professionisti comprovati, con le giuste tempistiche e calibrati sul proprio fabbisogno specifico, senza cercare soluzioni rapide che sono di fatto “scorciatoie”.

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